La notizia della chiusura delle docce a Mezzavalle è solo l’ultima di una lunga serie di cattive novelle riguardanti la favolosa spiaggia anconetana ormai da anni completamente abbandonata dagli amministratori di questa città.

Stradello in pessime condizioni, staccionate ogni anno più rovinate, assenza totale di cartellonistica, bagni ai limiti della vivibilità, servizi ridotti all’osso e tutta una lunga serie di ulteriori conseguenze negative sul litorale. Non a caso proprio recentemente il Comitato Mezzavalle Libera ha denunciato con forza anni e anni di mancate manutenzioni e assenza di controlli scoperchiando una pentola che non è più ignorabile. Mezzavalle, infatti, fa parte di un bando di servizi che, periodicamente, il Comune emette per affidare la gestione del litorale tra Mezzavalle e Portonovo; un bando dettagliato tanto nei doveri in capo ai soggetti vincitori quanto in quelli di controllo in capo al Comune che affida in appalto i servizi. Ci chiediamo dunque se e come tale bando sia stato onorato dagli aggiudicatari scorsi, ma sopratutto se e come il Comune abbia messo in campo i necessari controlli sui doveri dei vincitori del bando di gara. Sono stati manutenuti i servizi igienici, lo stradello, le staccionate? Qualcuno dalle parti del Comune ha provveduto a controllare che tutto questo avvenisse? Faremo queste domande nelle sedi opportune, ma ciò che è certo è che ormai da anni Mezzavalle, tra le più belle spiagge d’Italia, è in stato di semi abbandono con evidenti responsabilità in capo a chi governa la città ed il suo territorio.

La notizia della soppressione del servizio docce non fa altro che confermare il quadro delineato dentro un contesto che richiederebbe invece maggiore impegno economico, regolamentare ed organizzativo da parte dell’amministrazione comunale. Compito di chi governa questa città dovrebbe essere in primis quello di tutelare i beni comuni di cui è pieno il nostro territorio investendoci in una quotidiana opera di difesa, manutenzione e promozione.

La vicenda di Mezzavalle e tante altre che hanno caratterizzato altri beni collettivi anconetani dai Mutilatini al parco del Cardeto, dalla Citadella ai tanti immobili abbandonati, dalla zona della piscina del Passetto allo stadio Dorico, solo per citarne alcune, ci dimostrano invece che ai governanti locali marcati PD e soci interessa davvero poco occuparsene preferendo focalizzare la loro azione sulla solita disastrosa strategia del “fare cassa”.

Francesco Rubini, capogruppo SEL – Ancona Bene Comune